Clienti iper-connessi, non-stop-customer, consumatori iper-informati su brand e prodotti. Comportamenti d’acquisto sempre meno lineari (si parla di infinite customer journey), attenzione ai feedback pre acquisto, largo uso dei social network per reperire informazioni e recensioni. Sensibilità alle politiche di pricing. Ricerca di esperienze omnicanale, senza interruzioni, che continuino nello spazio (dentro e fuori gli store) e nel tempo (prima, durante e dopo l’acquisto), tracciando gusti e preferenze per l’intero consumer lifetime.
Questo il ritratto del cliente dell’era digitale, la nostra. E questo è quanto tutti noi ci aspettiamo da un’esperienza di acquisto, sempre più personale per modalità, tempi e interazione. E questo è quanto tutti i retailer perseguono nelle strategie di vendita.
Pertanto, se tutti i retailer si muovono nella stessa direzione, cosa ancora fa la differenza nella relazione con il cliente? Più nello specifico, se la sfida del retail è rendere l’esperienza utente il più fluida possibile (seamless), grazie ad un ingaggio continuo per mezzo delle tecnologie digitali mixate alla realtà, in che modo i brand possono differenziarsi e diventare la scelta di questo cliente free-rider?