#NEVERSTOP GROWING TOGETHER
La responsabilità di cambiare è nostra

Sì, sono sempre stato ottimista.
Ottimista un po’ su tutto; ho sempre voluto vedere il bicchiere mezzo pieno e questo mi ha dato una grande spinta emotiva, o meglio, ha generato in me una grande e positiva convinzione emotiva. Le cose possono andare meglio quando ci predisponiamo a far sì che ciò avvenga.

È sicuramente anche una questione energetica. Noi siamo energia e la scambiamo continuamente questa energia con coloro che ci stanno vicini. Se questa energia si attenua o si indebolisce, impedendoci di guardare oltre l’ostacolo, quelli attorno a noi lo percepiscono, con conseguenze per tutti.

Pochi mesi fa, alle prese con le complessità gestionali di sempre (per un Gruppo in continua evoluzione come Altea Federation), mi sono fermato a riflettere sull’importanza di sapersi orientare nell’incertezza, di saper prendere decisioni strategiche proiettandosi nel futuro in divenire, continuando cioè a mantenere una rotta sicura e mettendo sempre a fuoco l’obiettivo da raggiungere, quel punto sulla linea dell’orizzonte che ogni tanto si fa lieve e si cela dietro la nebbia.

E mai come in questi giorni ho capito quanto le abilità di guida di un buon leader siano preziose e fondamentali, per diradare la nebbia e visualizzare tutte le possibili alternative, giorno dopo giorno.
Non avrei mai immaginato di trovarmi a fronteggiare un’incertezza così dirompente, o meglio, nessuno di noi avrebbe voluto immaginarlo … eppure è successo, per concause eccezionali ed effetti a catena su scala globale, anche noi in Italia ci troviamo oggi al centro di un’emergenza sanitaria senza precedenti nel recente passato, mostrandosi come un fenomeno di portata straordinaria.

Ed eccolo il “cigno nero” che incrocia la nostra rotta; un evento raro che ha caratteristiche eccezionali e conseguenze enormi. Per sua natura – come spiega nel famoso saggio Nassim Nicholas Taleb – esperto di scienze dell’incertezza – un “cigno nero” non è prevedibile su base razionale dall’analisi di tendenze passate, perché non appare nei campioni statistici, ma arriva improvvisamente e si manifesta con forza dirompente, stravolgendo la nostra stessa esistenza.
La sua tesi è che quasi tutti gli eventi storici siano derivati dall’inaspettato. Siamo infatti portati a pensare che nel quotidiano, nella normalità dei nostri giorni, i “cigni neri” non esistano, o per lo meno non ci aspettiamo abbiano a che fare con noi …

I “cigni neri” invece esistono eccome, ma ciò che forse è inaspettato (e di cui voglio parlarvi) è che per assurdo possiamo sfruttarne la forza distruttiva e trarne il meglio, arginando gli effetti negativi e la scarsità di conoscenza del fenomeno, fino a “trasformare il cigno nero in un cigno bianco”.

Protopia: dalla disruption a una nuova fase evolutiva 

In momenti di grande incertezza sul prossimo futuro, quello che non deve mai mancarci è la convinzione emotiva che tutto si risolverà. Non sappiamo quando, ma una cosa è certa: tutto tornerà alla normalità e il domani sarà meglio dell’oggi.
Ciò che sto per dire potrebbe risultare estremamente inusuale nel contesto odierno, ma sono certo che col senno del poi e applicando una visione retrospettiva sugli eventi che stiamo attraversando, nel nostro prossimo futuro ci renderemo conto di quanto l’umanità avrà imparato da questa esperienza e di quanto sarà cambiata … in meglio.

Tutti noi stiamo sperimentando e allenando nuove capacità di collaborazione e condivisione; tutti noi stiamo abbinando creatività e doti comunicative per superare i limiti imposti dalle distanze e continuare a lavorare ai nostri progetti, #neverstop anywhere & anytime.

Tutta questa situazione, di fatto, ci sta facendo crescere come uomini, come professionisti e come organizzazioni. Domani non saremo più gli stessi di ieri, ma saremo addirittura migliori. Non ce ne rendiamo conto, ma in questa vita sospesa e apparente paralisi mista a frenesia da sovra informazione, stiamo migliorando, stiamo progredendo in uno stadio evolutivo protopico, mutando il nostro oggi verso un domani che sarà inevitabilmente diverso, ma credo migliore. In questo modo, il raro e l’inaspettato si caricano di significato e svolgono un ruolo chiave nella nostra formazione culturale e nella nostra crescita.

Altea Federation ha risposto alla sfida con una forza propulsiva fatta di persone e tecnologie abilitanti: il connubio Human-Tech è entrato nel vivo ed è diventato concreto, trasformandosi in un set di strumenti e nuovi comportamenti che diverranno ben presto abitudini, di vita e lavoro.

Smart Working è all’ordine del giorno per i 1.500 A-People e diventa sinonimo di vicinanza ai Clienti: stiamo continuando a sviluppare progetti al loro fianco, anche se da remoto, per supportarli nella gestione dei processi e mantenere intatta la loro operatività quotidiana, ma anche per proseguire il loro journey di trasformazione e implementare nuove soluzioni applicative innovative.

Oggi mettiamo in campo doti nascoste, sviluppiamo capacità di ascolto su differenti canali (perché ci vediamo tramite webcam oppure ci scriviamo in chat); ci impegniamo all’efficienza anche senza essere presenti fisicamente, comunicando meglio e agendo con proattività e capacità di vision.
Le tecnologie ci vengono in aiuto, facendoci scoprire un nuovo modo di lavorare in team o di condurre meeting, fino anche a fissare in agenda un appuntamento ricorrente per un caffè virtuale di inizio giornata.

Ma occorre prestare attenzione alle insidie che si possono nascondere, alle zone d’ombra, data la modalità forzata di questo “isolamento” imprevisto e occorso per cause esogene.
Perdere la propria routine lavorativa può destabilizzare, generando un latente e sommerso stato d’animo ansiogeno che può trascinare progressivamente la nostra mente e i nostri comportamenti in una visione negativa e poco lucida sul prossimo futuro. E quando ciò avviene, arriva la paura: entra in azione l’amigdala, sollecitata oltremodo da continui messaggi di allerta, pericolo, crisi, tanto da non riuscire più a filtrare in modo adeguato ciò che è reale da ciò che è una percezione emozionale distorta. L’istinto naturale dell’uomo è allora la sopravvivenza: ci chiudiamo in noi stessi e ci difendiamo arginando i problemi, distribuendoli fuori dai nostri domini (un po’ come quel detto che dice “occhio non vede, cuore non duole”). Ma non dovrebbe essere così. Ognuno di noi dovrebbe fronteggiare i momenti di crisi, senza ledere gli altri; ognuno di noi dovrebbe essere consapevole delle proprie capacità e mezzi, cercando il supporto degli altri qualora servisse e chiedendo alla propria filiera di partner e clienti di fare ciascuno la propria parte (perché siamo tutti nella stessa situazione e affrontiamo gli stessi problemi, tanto vale aiutarsi!). Ognuno di noi ha la responsabilità di cambiare, ora!

E alla fine di tutto questo, passata l’onda della disruption, qualcosa sarà davvero cambiato. Ci troveremo sorpresi nello scoprire quanto avremo risparmiato in termini di tempo e costi, ottimizzando le trasferte e adeguando le reali necessità di spostamento, a favore di efficienza e qualità della vita. L’economia reale ripartirà, con un impulso ancora più forte di prima. Noi tutti avremo mitigato gli effetti negativi fino a trovare un nuovo equilibrio, in becoming.

Smart Working: molto più delle Social-Technologies

Quando si parla di Smart Working è facile pensare a tutte quelle tecnologie che ci permettono di comunicare, condividere e collaborare a distanza, testando nuove modalità di interazione e bypassando la vicinanza fisica. E lo spettro delle smart tech non si esaurisce con le piattaforme di conference call o le app di Human Capital Management. Oggi abbiamo la possibilità di vivere virtualmente uno spazio e di interagire con gli elementi, per gestire anche a distanza qualsiasi complessità.

La digitalizzazione della fabbrica consente infatti di trasportarla in una realtà virtuale, perfettamente rispondente alla realtà nel mondo fisico, e per mezzo di un visore possiamo immergerci ad esempio sulle linee di produzione e risolvere anomalie o fermi macchina, così come testare virtualmente azioni di manutenzione straordinaria per verificarne gli effetti prima di metterli in atto; il tutto in autonomia, oppure invitando a partecipare anche altri utenti interessati alla risoluzione del task.
Realtà Virtuale e Realtà Aumentata, potenziate da Intelligenza Artificialeconfiguratori 3D, ambienti di simulazione e capacità predittive inimmaginabili, consentono di svolgere mansioni “on site” anche da remoto, proiettandoci nel futuro immersivo dell’Intelligent Manufacturing.

Ancora una volta, e nonostante tutto, mi faccio prendere dall’entusiasmo per le tecnologie e per le possibilità infinite di applicazione ai contesti e ai momenti storici. Ma quel che è certo è che l’uomo resta al centro di questo cambiamento epocale e quindi non si può pensare di trasformare un’organizzazione solo modificando l’infrastruttura tecnologica a sostegno dei processi; occorre invece ripensare le modalità stesse di gestione delle persone.

Fiducia e coinvolgimento sono per me due pillar su cui costruire un percorso di business transformation e digital behaviour efficace. Occorre sicuramente sviluppare un legame solido con le persone del proprio team, perché sentano in egual misura il soffio della libertà (dell’autonomia d’azione, di poter lavorare da casa, senza i canonici standard di supervisione da ufficio) e il carico della responsabilità (di portare a termine i task assegnati, di fare bene il proprio lavoro e di contribuire al raggiungimento dello scopo aziendale). Per riuscirci, bisogna modellare un’organizzazione in auto-regolazione e self-management, facendo crescere una squadra di leader di leader, combinando e ricombinando persone di differenti seniority e skill-set, ingaggiandole nel purpose aziendale e unendole così rispetto agli obiettivi da raggiungere.

Un processo che non si ferma mai e che supera i limiti dello spazio per continuare a farci evolvere, lasciandoci sorprendere dall’inaspettato e imparando a cogliere un’emergenza come un’opportunità di cambiamento, fino a “trasformare un cigno nero in un cigno bianco”. Sì, perché presto tutto questo passerà, anche grazie all’impegno di ciascuno di noi, e il futuro in divenire ci si ripresenterà con tutte le sue migliori prospettive.

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